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Edizione 2011:
dal 26 al 28 agosto


pesaro

Con il Nordic Walking per mantenere lo stato di salute e prevenire l'osteoporosi
Progetto finanziato dal ministero del lavoro e del welfare

Medicina e Nordic Walking
 

Nelle pagine precedenti di questo sito abbiamo evidenziato le principali caratteristiche del "Nordic Walking", sport molto popolare in nord Europa ed in rapida espansione anche in Italia.
Indagando più approfonditamente nel mondo scientifico e in particolare in quello medico, veniamo ad alcuni esempi tratti da recentissimi studi, iniziati da appena 5 anni.
Le ricerche confermano che dietro tale attività  ruoti un mix di interesse sia per gli effetti preventivi sulla salute dell'uomo che per quelli riabilitativi.

Studi preliminari dimostrano che le persone praticanti il "Nordic Walking" riescono a svolgere attività  fisica in maniera più duratura e tenace rispetto ad una normale passeggiata e per questo migliorano il loro metabolismo ed il benessere psico-fisico.

In Germania, all'Istituto di Controllo Motorio e Tecnica del Movimento di Colonia (Germania), comparando le risposte fisiologiche di donne di mezza età  durante esercizi a sforzo incrementale, fra "Nordic Walking", camminata regolare e jogging è emerso che la massima capacità  di trasportare ed utilizzare l'ossigeno, la frequenza cardiaca (espressa in battiti al minuto) ed altri parametri biologici (come la presenza di acido lattico nei muscoli) sono nettamente migliorati per i "Nordic Walkers" rispetto agli amanti delle altre due discipline [1]. Questi dati sono stati confermati anche nel Laboratorio di ricerca biomeccanica di Scheinfeld. In quest'altra città  tedesca hanno focalizzato l'attenzione sulle sollecitazioni meccaniche a carico del sistema muscolo-scheletrico [2].
Il "Nordic Walking" è ancora una volta premiato poichè arreca meno stress alle estremità  inferiori e fornisce benefici cardio-respiratori e vascolari maggiori rispetto ad una semplice passeggiata od alla corsa. Motivo per cui è diffusamente consigliato per persone obese e con problemi agli arti inferiori.
Alcuni amanti di questo esercizio, monitorati dalla Divisione di Epidemiologia ed Applicazioni Cliniche del Cooper Institute di Dallas (USA), hanno mostrato un consumo di ossigeno, un dispendio calorico ed un'attività  cardiaca più elevati se comparati alla medesima velocità  ad una regolare passeggiata senza bastoncini (vedi Tabella 1). Questo incremento è confrontabile sia per l'uomo che per la donna, ed è dovuto principalmente al lavoro muscolare svolto dalla parte superiore del corpo. Agli incrementi registrati non corrispondono alterazioni nella percezione dello sforzo. Ciò'è ha numerose implicazioni tra cui l'inserimento del "Nordic Walking" in programmi di fitness a lungo termine [3].

 

Tabella 1 Incremento nell'Uomo Incremento nella Donna
Consumo d'ossigeno 20.0 % 21.3 %
Dispendio energetico 19.9 % 19.3 %
Attività  cardiaca 8.2 % 4.0 %

Alternativo è stato lo studio di alcuni medici di Hannover (Germania) che hanno valutato i possibili rischi ai praticanti. E' stato sottolineato il fatto che pur rappresentando uno sport sicuro dal punto di vista degli infortuni (le cadute accidentali avvengono una ogni 4000 ore), [4] E' indispensabile fornire un'informazione completa all'atleta, che deve essere istruito da personale qualificato e predisposto ai movimenti corretti, specialmente per quanto riguarda l'impugnatura del bastoncino. Inoltre, continue sollecitazioni meccaniche creano stress ad ossa e muscoli, come accade spesso ai corridori di lungo raggio. A volte ciò sfocia in fratture, ad esempio sacrali, facilitate anche dalla lunghezza ineguale delle gambe e dall'arco del piede alto.
Un programma di rapida riabilitazione, a basso impatto fisico, sperimentato nel Dipartimento di Traumatologia della Medical School di Hannover (Germania), ha messo in evidenza come 60-90 minuti di "Nordic Walking", due volte a settimana, risulti invece un'attività  consigliata [5].

E' stato provato su 121 donne finlandesi (fra i 50 e 60 anni), non obese ma con regime di vita sedentario, che passeggiare con i bastoncini, quattro volte a settimana per 40 minuti, incrementa già  alla tredicesima settimana l'attività  cardio-respiratoria e la forza neuromuscolare rispetto a soggetti che svolgono un normale esercizio fisico [6].
Al Dipartimento di Reumatologia del Malmoe University Hospital (Svezia) è stato dimostrato come il "Nordic Walking", eseguito ad intensità  medio-alta, ha significativi effetti benefici su donne affette dalla Sindrome di Sjoren, una malattia autoimmune simile all'artrite reumatoide [7]. Quarantacinque minuti ripetuti tre volte a settimana per 12 settimane fanno sopportare maggiormente la fatica muscolare ed allontanano i fenomeni depressivi riscontrati invece in pazienti che non lo praticano.
Questo sport è ampiamente diffuso nelle popolazione scandinave ed è per questo materia di ricerca per i medici dello sport. Uno studio congiunto tra norvegesi e svedesi [8], in un programma di neuroriabilitazione e fisioterapia dopo ictus cerebrale, testimonia come un'attività  sportiva regolare, e tra queste figura il "Nordic Walking", è fondamentale soprattutto durante il primo anno dall'evento. In questi pazienti sono riscontrati un netto miglioramento della funzione motoria, della forza d'impugnatura e delle più importanti attività  quotidiane di vita.

Gli esempi che attestino l'utilità  del "Nordic Walking" non finiscono qui. Alla Joint Center Schulthess Clinic di Zurigo (Svizzera), è stato adoperato con successo (insieme ad almeno altre 4 discipline sportive) per testare il ritorno alla normalità  di 112 pazienti, distinti per sesso e per età  che hanno subito un intervento di ricostruzione plastica all'anca [9]!
Innovativa è stata la scelta del Masku Neurological Rehabilitation Centre, in Finlandia, che lo vorrebbe adottare per soggetti affetti da sclerosi multipla affinchè si possano pianificare programmi di esercizio aerobico, in base ai differenti livelli di disabilità  motoria [10]. L'associazione "sport-abilità  cognitiva" è stata celebrata sin dall'antichità  basti ricordare la locuzione latina "mens sana in corpore sano" (Giovenale, I sec. d.C.). Proprio per questo il "Nordic Walking" viene citato in vari convegni di malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer ed il Parkinson, fra gli esempi dei vari fattori funzionali preventivi.

Ma il "Nordic Walking" non ha solo benefici fisici. Monitorando l'attività  ricreativa dei cittadini viennesi in una foresta urbana, è stato osservato come rappresenti una valida alternativa al jogging durante le sere, ma soprattutto nelle ore mattutine [11]. Si intuiscono dunque le potenzialità  di questo sport anche sotto l'aspetto sociologico e della vita di relazione. Aiuta a riscoprire luoghi naturalistici che normalmente vengono trascurati per far posto agli impegni quotidiani che la vita ci impone. Aria salubre e "Nordic Walking" sono un'accoppiata perfetta.


A cura del Dr. Diego Vanni
- Biologo ricercatore

BIBLIOGRAFIA

[1]

T. Schiffer, A. Knicker, U. Hoffman, B. Harwig, W. Hollmann, H. K. Struder, Physiological responses to nordic walking, walking and jogging, in Eur J Appl Physiol, September 1, 2006; 98(1): 56-61.

[2]

F. I. Kleindienst, K. J. Michel, J. Schwarz, B. Krabbe,Comparison of kinematic and kinetic parameters between the locomotion patterns in nordic walking, walking and running, in Sportverletz Sportschaden,March 1, 2006; 20(1): 25-30.

[3]

T. S. Church, C. P. Earn rest, G. M. Morss,Field testing of physiological responses associated with Nordic Walking, in Res Q Exerc Sport, September 1, 2002; 73(3): 296-300. http://www.cooperinst.org/research/past/nordicwalking.cfm

[4]

K. Knobloch, P. M. Vogt, Nordic pole walking injuries- nordic walking thumb as novel injury entity, in Sportverletz Sportschaden, September 1, 2006; 20(3): 137-42.

[5]

K. Knobloch, L. Schreibmueller, M. Jagodzinski, J. Zeichen, C. Krettek
Rapid rehabilitation programme following sacral stress fracture in a long-distance running female athlete, in Arch Orthop Trauma Surg,November 1, 2007; 127(9): 809-13.

[6]

K. Kukkonen-Harjula, H. Hiilloskorpi, A. Manttari, M. Pasanen, J. Parkkari, J. Suni, M. Fogelholm, R. Laukkanen, Self-guided brisk walking training with or without poles: a randomized-controlled trial in middle-aged women, in Scand J Med Sci Sports, August 1, 2007; 17(4): 316-23.

[7]

B.E. Strombeck, E. Theander, L.T. Jacobsson, Effects of exercise on aerobic capacity and fatigue in women with primary Sjogren's syndrome, in Rheumatology, May 1, 2007; 46(5): 868-71.

[8]

B. Langhammer, B. Lindmark, J. K. Stanghelle, Stroke patients and long-term training: is it worthwhile? A randomized comparison of two different training strategies after rehabilitation, in Clinical Rehabilitation, Vol. 21, No. 6, 495-510 (2007)

[9]

F. D. Naal, N. A. Maffiuletti, U. Munzinger, O. Hersche, Sports After Hip Resurfacing Arthroplasty, in The American Journal of Sports Medicine, May 1, 2007; 35:705-711.

[10]

Exercise capacity, disability and leisure physical activity of subjects with multiple sclerosis, Masku Neurological Rehabilitation Centre, Masku (Finland)

[11]

A. Arnberger, R. Eder, Monitoring recreational activities in urban forests using long-term video observation, Institute of Landscape Development, Recreation and Conservation Planning, BOKU University of Natural Resources and Applied Life Sciences, Vienna (Austria)